Google nei paradisi fiscali

Per le proprie attività negli Stati Uniti, Google paga fino all’ultimo centesimo per tasse e imposte, mentre all’estero riesce ad alleggerire di molto i conti per il fisco grazie a un sistema di trasferimenti di denaro, come spiegano oggi su BusinessWeek. Grazie a questo sistema, legale, la società è riuscita a risparmiare circa 3,1 miliardi dollari dal 2007 a oggi, versando meno contributi per le proprie attività commerciali.

L’88% del denaro guadagnato grazie alla vendita di servizi online fuori dagli Stati Uniti, pubblicità compresa, confluisce in Irlanda dove Google ha la propria sede centrale per le operazioni svolte all’estero. La cifra percentuale corrisponde a circa 12,5 miliardi di dollari, che attraverso alcuni passaggi arrivano nei paradisi fiscali delle Bermuda.
Se però Google inviasse direttamente il denaro alle Bermuda dovrebbe pagare una tassa molto salata imposta dal fisco irlandese. I soldi vengono così versati a Google Netherlands Holdings, una società di facciata senza impiegati, che grazie alle leggi molto favorevoli del paese sui trasferimenti di denaro, riesce a rinviare verso le Bermuda il 99,8% di tutto i ricavi raccolti all’estero da Google. Tecnicamente, e sempre per ragioni fiscali, la società registrata alle Bermuda ha origini Irlandesi, e da qui deriva il modo di dire “Doppio Irlandese” per questo genere di strategie fiscali.
Fonte: il Post

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